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E’ con piacere che presento questa mostra dedicata al Karate Tradizionale dei nostri due amici e praticanti del Muteki Dojo Firenze Laura e Marco. La mostra, che si e’ svolta nell’estate dello scorso anno, e’ unica nel suo genere e riesce a mostrare con foto e disegni l’essenza e lo spirito propri del Karate tradizionale. Un grazie alla sensibilità artistica e l’impegno dei due nostri amici insieme ai loro collaboratori che hanno permesso la realizzazione di questo meraviglioso evento.
Stefano G.

Karate Bianca Gialla Arancio Verde Blu Marrone Nera 20-21-22 giugno 2008 Espongono Marco Barzagli e Laura Bertuzzi.
Un’amicizia nata sul tatami 10 anni fa tra una pittrice ed un fotografo ha dato vita ad una mostra ricca e complessa, sviluppata da un idea simultanea, maturata profondamente dopo anni di pratica del karate e delle arti visive, ma al tempo stesso realizzata a tempo di record.

Gli scatti di Marco, fotografo eccezionalmente sensibile ed attento, sono realizzati nella semplicita’ del bianco e nero e ritraggono i momenti degli allenamenti nel Dojo. Sfruttando il tempo lungo di apertura del diaframma egli riesce a rendere l’idea della velocita’ e dell’energia sprigionata dal corpo vestito con il karategi color bianco-ottico. Coglie gli sguardi, l’impegno, il kiai, le posizioni dei kata ed i momenti di riposo di uomini e donne uniti da quella che e’ una passione ed un percorso di vita come si evince anche dai principi fondamentali del Dojo Kun.
 La frequenza di un corso di calligrafia giapponese e la richiesta da parte di Stefano e Carlotta di progettare il logo del Dojo, sono stati i motivi che hanno portato Laura a raccogliere tutte le idee maturate nel corso degli anni e a realizzare i disegni e le grandi tele dipinte con il colore nero steso velocemente con grandi pennelli su fondo rigorosamente bianco. L’intento era quello di esprimere la tensione di un momento, la velocita’, l’energia sprigionata in un attacco o in una parata; la perfezione di un kata. Fogli e fogli di studi, posizioni provate nella pratica e consolidate dalla mente nel ricordo, hanno fatto si che tutto nascesse spontaneamente dalle mani e dal cuore.

Per rendere l’idea della complessita’ e della profonda unita’ del mondo che ha dato vita anche al karate, ogni opera ha per titolo il nome di una delle 5000 isole del Giappone; in una delle prime sale, accanto alla grande tela con un karateka visto frontalmente, si trova un karategi da bambino, con la cintura bianca: e’ l’inizio di un percorso che si conclude nell’ultima sala dove sono appese ad una canna di bambu’ tutte le cinture colorate ed il karategi di un maestro con cintura nera ed i segni lasciati durante i momenti dei combattimenti, le gare e gli allenamenti.

Con le nostre immagini, siano esse disegni o scatti fotografici, abbiamo voluto esprimere la passione e la serieta’, unite alla gioia ed alla fatica, che accompagnano il karateka nel suo percorso tutt’altro che facile. Andando in profondita’ e cercando di scavare oltre l’apparenza abbiamo voluto dare un’idea di quello che rappresenta questo mondo che e’ ancora, purtroppo, sconosciuto a molti.
Gli autori Marco e Laura


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